L'esercizio non sempre fa del bene: forse si limita a fare qualcosa, qualcosa che risulterà un bene se le circostanze... eccetera. Quello che grazie alle imprecisioni di un lessico provvisorio potremmo chiamare illuminazione non è in fondo (e quì la giustizia di Mescalito se la prende con le parti mobili di un lessico non solo provvisorio, ma già e sempre parassitario, evocativo e quindi malvagio) che la rinuncia completa, definitiva e dolorosa ad ogni genere di percorso lineare.
"D'ora in poi, lo giuro, ogni passo mi porterà altrove, e nient'altro."
La vita passa, ma non va "avanti", ed è sempre e di nuovo non-sequenziale, anche a svegliarsi ogni mattina con lo sguardo fisso sullo stesso stupido punto dell'orizzonte non potrai riprometterti alcunchè, non potrai aspettarti alcun premio. Stai attento alle metafore che usi. Dopotutto, le migliori sono quelle che non reggono, dacchè l'unica realtà non è affatto un solido terreno sul quale appoggiare i piedi.
Mentre ansimi e sbavi, in debito di ossigeno, con i colori che danzano sulfurei davanti agli occhi, prodromi di un tracollo che arriverà dopo che te ne sarai andato, pensaci. Quello che potremmo chiamare: spirito non scompare nè ingrassa. Non è che il luogo di un investimento che salva dalla disperazione. L'ennesima catena.
Una volta, all'inizio, quando ancora i polmoni erano mantici dal ritmo regolare, e le gambe andavano su e giù senza squassarti lo stomaco di dolore riflesso, quello che ti importava davvero era la sequenza originale di parole da lasciarti dietro. L'inedito splendore delle intuizioni che i passi ti avrebbero portato. Ma ora? Ora che non c'è giustizia, ora che non c'è più nemmeno una strada, ora che pischelli con la divisa in materiale tecnico ti passano avanti, le cuffiette dell'Ipod saldamente infilate nel mesencefalo ci credi ancora alla Radice Estetica dell'Esistente? Oppure hai scoperto che tutto, in fondo, è materia?
(la differenza, che sembra ovvia, è in realtà molto più sottile: la materia si consuma, la forma compare e scompare. Se quello che conta ha una massa ed una consistenza, non ci sono apparizioni. Solo fatica. Ed è la fatica, quando non puoi più negarla, ad insegnartelo.)
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